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Quaranti, Dove la vite è vita

Quaranti, Dove la vite è vita


di Tommaso ceccarini

 

Fatica, passione, determinazione… Fuori dagli onori della cronaca dei più blasonati feudi del vino, una piccola città, il più piccolo Comune tra città del vino, ci racconta attraverso un monumente alla vite, la sua storia d’amore, di resistenza ed orgoglio. Quaranti, provincia di Asti, 100 km da Genova, Milano e Torino;200 abitanti che in passato hanno difeso a denti stretti il proprio mondo dallo spopolamento; 220 ettari vitati su un territorio complessivo di 300.

Qui, praticamente tutti coltivano la vite! Sindaco, amministratori, tutti sono agricoltori.Qui, tutte le aziende conferiscono le uve alla Cantina Sociale di Mombaruzzo – La più vecchia di tutto il Piemonte (1903) – per produrre le 7 uve tra Doc (Barbera d’Asti, del Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa e Cortese) e Docg (Moscato d’Asti, Brachetto d’Acqui) di cui si fregia il territorio comunale. Uomini come viti, con le radici nella terra, orgogliosi del proprio museo dedicato alla Civiltà Rurale (che per altro raccoglie i mappali storici dei vigneti dei 26 Comuni del territorio di Acqui). Capaci di una coesione unica passata attraverso la Bottega del Vino, attiva dal ’76, fino a comprendere la più recente (Marzo ’99) Brachetteria d’Italia, ultima idea dei quarantini del Consorzio di tutela del Brachetto d’Acqui. Unità di intenti che il Sindaco Luigi Scovazzi, per trent’anni presidente della Coldiretti locale, viticoltore “in campo” dal ’69, riassume nel concetto ispiratore del monumento in ferro battuto che si inaugura il 6 Marzo nella piazza principale: la vite è vita. “Il mio sogno si avvera – racconta Scorazzi che, a meglio rendere lo spirito del “suo mondo” prosegue – tutto è partito da un Consiglio comunale; il disegno è di un giovane coltivatore diretto di Quaranti, sposato, con due figli e autodidatta, che ha realizzato il bozzetto veramente col cuore”. Perciò a Quaranti il 6 Marzo (ore 10,00), non si inaugura solo una scultura pubblica, piuttosto, e questo più di tutto ciò che conta, è un’intera comunità che si stringe calorosa ad abbracciare il proprio mondo, quel mondo che gli ha dato e ancora gli da la vita.